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Implantologia, Rigenerativa Ossea e Osteotomi Magneto Dinamici

L’implantologia è una tecnica chirurgica che consente di sostituire i denti mancanti, ripristinando la funzione masticatoria e un’estetica ottimale. Funziona mediante l’inserimento nell’osso di radici artificiali – dette impianti – sulle quali vengono inseriti i denti artificiali singoli, gruppi di denti o possono anche fungere da supporto per una protesi dentale completa. Per la preparazione del sito implantare dove inserire gli impianti si possono usare diversi strumenti.

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Frese

Il processo di preparazione del sito implantare è comunemente eseguito tramite un manipolo e frese rotanti su manipolo disponibili in tutte le sistematiche implanto-protesiche in commercio di varie forme e dimensioni che perforano l’osso al fine di creare il contorno e la forma idonea per l’alloggio implantare.

Frese

Ultasuoni per denti

Per questo scopo è stato introdotto anche un sistema a ultrasuoni che viene prevalentemente utilizzato nelle procedure che richiedono un alto livello di precisione e dove è necessario proteggere le strutture nobili del cavo orale.

Il dispositivo a ultrasuoni consente il taglio in modo dipendente dal micro-oscillazione del manipolo. Esso varia da 20 micron a 200 micron, questo range è inferiore alla larghezza ottenibile con strumenti rotanti. Pertanto la precisione offerta nel taglio è superiore senza perdita ossea non desiderata.

Ultrasuoni per denti

Osteotomi Magneto Dinamici

La preparazione del sito implantare attraverso la compattazione ossea sta prendendo piede negli ultimi anni anche se usata da diversi chirurghi già  dagli anni ’60 con osteotomi battuti da un martello manuale. Grazie però all’invenzione nel 2008 del Magnetic Mallet da parte dell’ingegnere Mario Merlo è stato completamente rivoluzionata la tecnica e allargato l’utilizzo per diversi fini.

Magnetic Mallet

Il Magnetic Mallet è uno strumento totalmente innovativo destinato alla chirurgia odontoiatrica ed implantologica, che trova le sue principali applicazioni nel rialzo del seno mascellare, nei protocolli di compattazione ed espansione ossea verticale ed orizzontale, e con l’utilizzo delle apposite lame l’operatore potrà effettuare l’estrazione delle radici limitando così i possibili danni all’alveolo, in particolar modo per gli impianti post-estrattivi e più in generale in tutti i casi in cui normalmente si utilizza il martello chirurgico. Molto utilizzato per gli innumerevoli vantaggi sia per l’operatore che per il paziente. I vantaggi  sono la netta riduzione del dolore post-chirurgico e molto più importante la possibilità di eseguire un carico immediato in quasi tutti i casi di implantologia.

Magnetic Mallet
Oteotomi magneto dinamici
Oteotomi magneto dinamici
Oteotomi magneto dinamici

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Chirurgia Mini Invasiva e Tecnica Flapless

Attraverso l’implantologia mini invasiva, il chirurgo opera facendo in modo che i pazienti, una volta usciti dallo studio, possano continuare da subito la loro vita normale. Tra le pratiche che caratterizzano questo tipo di implantologia vi è la tecnica flapless, con la quale è possibile effettuare un intervento di chirurgia implantare senza dover ricorrere all’utilizzo di bisturi e suture non dovendo sollevare un lembo gengivale. La chirurgia mini invasiva non è una tecnica in particolare, ma è una idea di come, conoscendo tutte le tecniche tradizionali, il chirurgo riesca a sfruttarne i singoli dettagli per curare il paziente, facendo attenzione ai naturali processi di guarigione.

La tecnica Flapless fa parte dei metodi implantologici mini invasivi, ovvero di quelle tecniche di lieve impatto traumatico per il paziente. Tali tecniche possono essere utilizzate laddove si riscontri nel sito edentulo la presenza di una massa gengivale sufficientemente aderente. Proprio su di essa vengono posizionati gli impianti dentali.

I vantaggi sono davvero evidenti: innanzitutto si superano finalmente i tanti pregiudizi sulla presunta dolorosità degli interventi odontoiatrici, che spesso sono la prima causa di “diserzione” degli studi medici. L’assenza dell’uso di bisturi rende infatti inutile il taglio della gengiva e i conseguenti punti di sutura.

Tanto è vero che questi interventi possono essere svolti con una dose minima di sedativo, altro vantaggio per il paziente. Inoltre la possibilità di concentrare da subito tutte le fasi dell’intervento effettuando il cosiddetto “carico immediato”, ne rendono più “semplice” l’esecuzione e rapido lo svolgimento. La possibilità di ripristinare in tempo breve le funzioni masticatorie e fonetiche del malato, di certo compromesse dall’edentulismo è davvero unica per il paziente, che può tornare a sorridere in tempi ridottissimi.

Tecnica Flapless
Tecnica Flapless

Nella chirurgia mini-invasiva va anche contemplata la chirurgia guidata. La chirurgia dentale guidata permette l’inserimento di un impianto senza necessità di bisturi e punti e con la garanzia di un risultato funzionalmente ed esteticamente impeccabile grazie a una precisione e sicurezza senza paragoni.

L’alta precisione è garantita dall’utilizzo di una tomografia computerizzata 3D e di un software che permettono di:

  • mappare la bocca del paziente con precisione millimetrica e realizzarne un modello 3D in scala reale con gli impianti già collocati
  • eseguire l’intervento chirurgico in maniera virtuale prima di eseguirlo sul paziente potendo così identificarne in anticipo le fasi ed eventuali complicazioni
  • determinare in maniera esatta dove vanno collocati gli impianti dentali

Il modello tridimensionale fornisce al dentista informazioni importantissime per pianificare al meglio l’operazione, come qualità, altezza e spessore dell’osso su cui si andranno a caricare gli impianti. Grazie al modello 3D della bocca del paziente è possibile realizzare una guida chirurgica che permette al dentista di perforare la gengiva senza dover aprirla con il bisturi per individuare la posizione migliore per l’inserimento dell’impianto come invece accade nel caso dell’implantologia tradizionale.

La guida chirurgica infatti viene creata con degli orifizi situati nella posizione precisa dove sarà necessario collocare gli impianti: tutto questo si traduce in un intervento molto più semplice durante il quale non è necessario aprire la gengiva né (nella maggior parte dei casi) dare punti di sutura a intervento concluso, tutto questo dimezza i tempi della chirurgia ed il paziente ha un decorso post operatorio molto più gestibile, con minori probabilità di gonfiore, febbre e disagi; 

Chirurgia Mininvasiva
Chirurgia Mininvasiva
Chirurgia Mininvasiva
Chirurgia Mininvasiva

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Riabilitazione immediata post chirurgica

Il nostro studio è altamente specializzato nel carico immediato post-chirurgico cioè dopo l’inserimento dell’impianto quando l’elemento dentario è già mancante oppure a seguito di un’estrazione possiamo caricare immediatamente la corona dentaria a sostituzione del singolo dente mancante. La protesizzazione immediata del dente nasce per le esigenze estetiche richieste dalla riabilitazione soprattutto delle zone anteriori dell’arcata.
Il carico immediato sugli impianti multipli è possibile solo se si presenta una stabilità primaria di almeno 35 Ncm e con la nostra tecnica di compattazione ossea riusciamo ad ottenerla nella maggior parte dei casi.

Carico immediato

Prima

Carico immediato

Dopo

Dopo circa due o tre mesi di protesi provvisoria fissa, viene eseguita e posizionata la corona definitiva avvitata o cementata sull’abutment.

Riabilitazione immediata post chirurgica
Riabilitazione immediata post chirurgica

Riabilitazione del mascellare atrofico

Siamo formati e attrezzati per la riabilitazione dei mascellari atrofici ciò nei mascellari con poca disponibilità di osso basale. l’atrofia ossea mascellare, dovuta per l’appunto alla perdita, traumatica oppure fisiologica, dei denti e di conseguenza dell’osso alveolare che dovrebbe tenerli nelle rispettive arcate. In seguito alla perdita dei denti si verifica infatti il riassorbimento di tutti i tessuti di sostegno dove i denti stessi risiedono e la conseguente atrofia. Questa si verifica sia per la mancanza di un solo dente fino alle forme più gravi quando il paziente diventa totalmente edentulo.

Questa condizione comporta quindi una paralisi quasi totale dell’osso mascellare: il suo blocco provoca gravi conseguenze sul piano alimentare, funzionale e ovviamente estetico. Ma da cosa deriva esattamente l’atrofia ossea mascellare e come si può trattare?

Denti che cadono: le cause

Fra le cause della perdita dei denti può esservi, come abbiamo visto, un evento traumatico come un incidente. Ma in genere, è un fenomeno che colpisce in modo naturale i pazienti più anziani.

A questa condizione tipica della terza età può quindi seguire l’atrofia ossea mascellare, soprattutto se ci si trova di fronte a queste cause:

  • Carie non curata: i “colpevoli” sono i batteri che si nutrono degli zuccheri e producono sostanze acide dalla fermentazione dei carboidrati. Queste sostanze acide vanno a perforare lo smalto e ad aggredire la dentina. E se la carie non viene trattata, arriva a erodere anche gli strati più profondi della struttura dentale. È necessario tenere d’occhio i sintomi, che vanno da sensibilità e dolore lieve fino alla presenza di fori ben visibili nel dente. In seguito, una volta individuata, bisogna correre ai ripari con i trattamenti più idonei.
  • Pulpite: in questa patologia, si verifica un’infiammazione della cosiddetta polpa del dente, ovvero la parte più interna in cui si trovano terminazioni nervose, arteriole e cellule deputate alla produzione della dentina. In genere, ha origine da una carie trascurata che ha ormai intaccato il dente in profondità.
  • Parodontite: è una patologia cronica di origine batterica che colpisce le gengive. Deriva da molteplici fattori, quali aspetti genetici o comportamenti errati (fumo, controlli insufficienti, ecc.). La parodontite interessa i tessuti di supporto del dente e la si individua tramite sintomi come sanguinamento, ascessi, alitosi, ipermobilità e perdita dentale.
  • Alimentazione errata: l’assunzione di cibi morbidi e facilmente masticabili è frequente nei soggetti più anziani, proprio a causa della sensibilità o della perdita dentale. Ma l’assenza nella dieta di alimenti importanti come frutta e verdura fresca contribuisce all’indebolimento generale del benessere fisico e delle difese naturali della dentatura.
  • Tumori della bocca, per i quali l’età media della diagnosi è di 62 anni. Il registro tumori conta approssimativamente 8.000 nuovi casi di carcinoma del cavo orale ogni anno e circa 3.000 decessi correlati, portandolo a rappresentare il 7% di tutti i tumori registrati nell’uomo e l’1% dei tumori della donna. Sono compresi in questa categoria di patologie i  tumori della lingua, del pavimento della bocca, della mucosa delle guance e delle labbra. La problematica principale che li riguarda è spesso l’assenza di diagnosi precoce, in quanto si tendono a sottovalutare i piccoli segnali che la nostra bocca ci invia. Ma la tempestività è fondamentale per la sopravvivenza.
  • Malattie croniche in cui l’assunzione di determinati farmaci causa secchezza delle fauci. A un minore flusso di saliva corrisponde il rischio di malattie della cavità orale, con conseguente compromissione della struttura ossea.

Denti che cadono: trattamenti

In genere, se l’atrofia ossea mascellare non è ancora troppo avanzata, è possibile intervenire inserendo innesti ossei in materiale biocompatibile, che consentono di aumentare la quantità d’osso della mascella e della mandibola, fino a fornire la base necessaria ad ancorare le radici artificiali.

Di solito, se possibile, si utilizza materiale prelevato dal paziente stesso in zone come mandibola, mento oppure anche zone extra-orali (anca o cranio). In ogni caso, è anche possibile utilizzare osso da banca, proveniente da un donatore, debitamente trattato: una modalità di cui beneficia sia il paziente, che non deve subire ulteriori interventi in preparazione, sia tempi e costi, che in questo modo risultano notevolmente ridotti.

Ma quando si manifesta una atrofia ossea dentale particolarmente grave, l’assenza di materiale osseo su cui lavorare fa sì che non si possano inserire impianti di alcun tipo (né protesi fisse, né rimovibili). Di conseguenza, soprattutto nei casi più avanzati, è bene intervenire con altri metodi. Nei pazienti edentuli che necessitano di una ricostruzione protesica implantosupportata, la fase diagnostica ricopre un ruolo di grandissima importanza.

Negli anni passati, la diagnosi e la progettazione del trattamento dell’atrofia ossea mascellare erano soprattutto basate su modelli di studio e procedure diagnostiche standard come radiografie, ortopantomografie e TC dentali. È stata poi introdotta la radiografia computerizzata, che ha permesso a diagnosi e trattamenti di avanzare in precisione e prevedibilità, con un conseguente risultato chirurgico migliore.

Alla sostituzione protesica fissa degli elementi dentari si accompagna spesso la necessità di ricostruire protesicamente anche il volume dei processi alveolari andati incontro ad atrofia, ricreando le dimensioni verticali e i rapporti intermascellari modificati nel tempo. Deve anche essere valutata l’importanza che l’intervento riabilitativo riveste dal punto di vista estetico e, in particolare, la sua incidenza sul sostegno dei tessuti periorali e più in generale sulle potenzialità di ricondizionamento del terzo medio e inferiore del volto.

Rialzo seno mascellare

Nei mascellari atrofici i pazienti si possono riabilitare dopo interventi di grande rialzo di seno eseguiti in sede.
Per grande rialzo del seno mascellare si intende una tecnica chirurgica volta ad incrementare la quantità di osso disponibile nella regione posteriore del mascellare superiore, dove la pneumatizzazione dell’antro di Higmoro da un lato e il riassorbimento del processo alveolare edentulo dall’altro spesso concorrono nel rendere impossibile una riabilitazione protesica ad ancoraggio implantare.

È stato Linkow il primo, alla fine degli anni ‘60, a descrivere la possibilità di introdurre degli impianti a lama nel seno mascellare, sollevando parzialmente la membrana di Schneider senza lacerarla. Tatum nel 1975 ha proposto di alzare la membrana sinusale eseguendo una CaldwellLuc modificata, definita successivamente “inverted lateral window”, inserendo, come innesto, osso autologo prelevato in sede costale (Tatum,1986). Il rialzo della membrana del seno mascellare è stato, insieme all’espansione crestale, l’intervento che ha fatto conoscere ed apprezzare la tecnica chirurgica piezoelettrica (Torrella, 1998; Vercellotti, 2001).

Impianti zigomatici

Quando l’atrofia ossea mascellare o mandibolare raggiunge particolari livelli ma non ancora estremi, è anche possibile usare impianti zigomatici E’ un impianto in titanio con una misura che può variare dai 30 mm a oltre 50 mm . Questi impianti vengono inseriti nell’osso dello zigomo e possono essere utilizzati in associazione a impianti tradizionali permettendo di riabilitare il paziente nel giro di 24 ore con una protesi provvisoria fissa.

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Riabilitazione All On Six

Il metodo All-on-six potrebbe fare al caso vostro nel caso in cui abbiate già una dentiera oppure uno scheletrato e dovete estrarre gli ultimi denti rimasti. L’All-on-six è una tecnica di implantologia altamente innovativa che risolve con un intervento poco invasivo ed altamente efficace le problematiche estetiche e funzionali di chi ha perso i denti sia per il mascellare superiore che in quello inferiore. 

Si procede dopo un’attenta analisi dell’osso basale e la programmazione digitale della posizione delle fixture implantari posizionando 6 impianti in specifici punti delle arcate nella bocca. Solitamente si procede inserendone due in verticale nei settori frontali e altri quattro, inclinati nelle zone dei premolari. È, come sempre, importante fare una valutazione seria della “situazione” della bocca del paziente, e procedere con un’analisi precisa, effettuando tutti gli esami di misurazione e stabilire gli esiti prevedibili del trattamento, valutandone in primis l’aspetto funzionale, ma non tralasciando quello estetico

All On Six
All On Six

Riabilitazione All On Four

Il metodo All-on-six potrebbe fare per voi, nel caso in cui abbiate già una dentiera oppure uno scheletrato e dovete estrarre gli ultimi denti rimasti. La tecnica alla base dell’implantologia All on Four è una delle innovazioni più significative degli ultimi anni perché permette l’inserimento di un’intera arcata dentale utilizzando solo 4 impianti, invece dei 6/8 tradizionalmente impiegati.

L’ancoraggio sicuro e stabile di un impianto All on Four è garantito dagli impianti laterali inclinati, che consentono di sfruttare in maniera completa l’osso e di allargare la base di appoggio protesica. Mediante l’All on four è possibile effettuare interventi a carico immediato, ovvero operazioni uniche durante le quali vengono inseriti gli impianti ed applicate le protesi, che si differenziano dalle tradizionali operazioni a carico differito, che necessitavano di due diversi interventi a distanza di mesi l’uno dall’altro.

L’ottima riuscita di un intervento con impianti All on Four deriva da specifiche tecniche che ogni professionista conosce e attua, grazie alla nostra esperienza nel campo e agli strumenti tecnologicamente avanzati utilizzati in ogni operazione come ad esempio il Magnetic Mallet otteniamo risultati stabili e predicibili. Come per le altre protesi diversi possono essere i materiali utilizzati a riprodurre gli elementi dentali, ad esempio la resina, la ceramica, la zirconia e in relazione a questo diversi possono essere i prezzi proposti per la riabilitazione.

All On Four
All On Four

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