Chiama per un appuntamento
Orari lavorativi
Lun — Ven: 8:30 — 19:30, Sab: 8:30 — 17:30

Terapia Conservativa

Si tratta di una branca dell’odontoiatria che ha un duplice obiettivo: prevenire lo sviluppo di patologie che minano la salute orale, come ad esempio le carie e curare le carie in modo precoce, prima, quindi, che possano peggiorare.

La carie dentale è una malattia infettiva e degenerativa, quindi con il passare del tempo tende a peggiorare, che colpisce i tessuti duri del dente, ovvero smalto e dentina, distruggendoli. Essendo degenerativa, non lascia alternative:  non si può ignorare né sottovalutare. Le carie vanno curate il prima possibile.

[toc]

Cos’è la carie?

La carie è un’infezione di origine batterica ed è causata da un’alterazione dell’equilibrio tra la flora batterica presente nel cavo orale e le difese dell’organismo. La carie è una malattia infettiva a carattere cronico-degenerativo ad eziologia multifattoriale. Colpisce circa l’80% della popolazione nei Paesi sviluppati e si forma per un iniziale processo di demineralizzazione dei tessuti duri dei denti (smalto, dentina), a causa della produzione acida della placca batterica presente sulle superfici dentarie.

Perché si formano le carie?

Volendo semplificare, potremmo dire che l’infezione interviene sul PH della saliva – che ha una funzione protettiva importante per i nostri denti – abbassandolo. La loro natura batterica non deve farci pensare, erroneamente, che le carie non dipendano in alcun modo dalle nostre abitudini, dall’igiene dentale, dall’alimentazione, perché non è così. Infatti, un’igiene orale inadeguata e il consumo di cibi acidi, grassi e/o ricchi di zuccheri raffinati, non fanno altro che creare le condizioni ideali per lo sviluppo di una carie e del loro repentino peggioramento.

Un’altra causa di formazione di carie è la presenza di un’arcata dentaria disarmonica, che facilita la formazione della placca cariogena. Una volta diagnosticata la presenza di una o più carie, e valutata la situazione, si procede con la terapia conservativa.

Carie: come curarle

Si procede all’asportazione del tessuto malato, la cui quantità varia a seconda della condizione del dente. Una volta ripulita per bene l’area interessata, si procede con la ricostruzione della parte del dente rimossa, tramite il processo della cosiddetta “otturazione dentale, oppure tramite intarsi, piccole protesi in oro, composito, porcellana o disilicato, che ricoprono la parte di dente persa e vengono cementate in bocca sul dente. L’utilizzo di intarsi prevede la presa dell’impronta, la prova e la cementazione finale,
in questo modo, si ripristina il dente dal punto di vista morfologico, estetico e funzionale.

Quando la carie è molto profonda provoca la graduale distruzione di alcune porzioni della corona dentale: a partire da questo stadio, l’infezione cariosa può condurre a molteplici complicanze. Quando la carie distrugge i punti interdentali di contatto, l’infezione degenera fino ad innescare un’infiammazione della papilla interdentale (papillite), la sezione gengivale interposta tra due denti.

Se invece colpisce il margine gengivale, la carie può dare origine a spiacevoli gengiviti croniche.
Quando trascurata, la lesione cariosa conduce all’infiammazione della polpa (pulpite), evolvendosi in ascesso fino alla totale distruzione del dente e della sua radice. Tra le complicanze della carie dentale, non possono mancare cisti, granuloma, gengiviti, gangrena pulpare e, talvolta, piorrea.

In questi casi una semplice otturazione non è più sufficiente e si  dovrà procedere all’asportazione della polpa infetta otturando i canali radicolari del dente (devitalizzazione). Nei casi più estremi, ovvero quando il dente è giudicato irrecuperabile, è necessario procedere con l’estrazione dello stesso.

Curare la carie con il laser

La preoccupazione più grande di molti pazienti odontofobici è il “trapano” strumento più usato che genera paura attraverso i 3 sensi;

  • Uditivo: il rumore del trapano è associato nella mente del paziente al dolore provato durante le cure;
  • Visivo: il paziente tende a controllare tutto ciò che il dentista prende in mano e quando vede il trapano avvicinarsi alla bocca scatta l’ansia per il dolore che proverà;
  • Tattile: quando il trapano tocca il dente  il paziente avverte la pressione e le vibrazioni che fanno raggiungere il culmine dell’ansia al paziente.

Il vecchio, terribile trapano va in pensione. E con lui la lunga e temibile siringa per le iniezioni di anestetico nelle gengive. Grazie alla tecnologia il dentista è ora un amico che non fa più paura. Per curare le carie ormai esiste il laser dentale, in particolare c’è il laser all’erbium.

Si tratta di uno strumento, nato in ambito militare per la guida dei missili intelligenti e la difesa missilistica satellitare, che ha trovato nella vita quotidiana una meravigliosa applicazione. Consente di asportare dentina e smalto cariato senza intaccare la parte sana del dente, permette infatti la rimozione selettiva della lesione con una minima invasività e molto spesso senza l’uso di anestetico locale.

Devitalizzazione: che cos’è

La devitalizzazione è un intervento odontoiatrico che permette di riparare denti gravemente compromessi da carie profonde o traumi dentali gravi, che hanno danneggiato irreversibilmente la polpa dentale.

Come si devitalizza un dente

La devitalizzazione, che consente di salvare il dente da un’inevitabile estrazione, viene eseguita in tre step principali:

  • Rimozione della polpa dentale malata ed infetta.
  • Sostituzione della polpa dentale con materiale biocompatibile e coni di gutta-percha a sigillare i canali radicolari.
  • Ricostruzione del dente.

Gutta-percha

La guttaperca è una macromolecola di origine vegetale molto simile, per chimica e per origine, alla gomma naturale o caucciù (la gomma per antonomasia), da cui differisce però per molte proprietà, tra cui l’assenza di elasticità. Il nome deriva dall’inglese gutta-percha, a sua volta originato dal malese getah perca che significa “gomma di perca”, dal nome dell’albero da cui è ricavata.

Rimozione della polpa dentale

Eseguita l’anestesia locale del dente da devitalizzare  attraverso strumenti appositi (lime canalari, ovvero “file” endodontici) che alesano il canale o i canali radicolari, si elimina il loro contenuto di vasi e nervi fino all’apice del dente.

Devitalizzazione
Devitalizzazione

Ricostruzione del dente

Dopo la devitalizzazione, il dente dev’essere ricostruito o, se necessario, anche incapsulato (con possibilità di inserirvi un perno canalare). Sul canale del dente va posizionato un perno in carbonio in fibra in passato invece era in metallo, utile per sostenere la ricostruzione.

L’ultimo step consiste nella copertura del dente attraverso una ricostruzione in composito, un intarsio diretto o indiretto oppure con una capsula, utile per minimizzare il rischio di fratture dentali future. Ricordiamo, infatti, che un dente devitalizzato è più fragile rispetto ad un dente “vitale” perchè subisce un processo di vetrificazione che lo rende più duro degli altri denti e al contempo più fragile e soggetto a rottura anche con un normale carico masticatorio.

Perno canalare

I perni endocanalari sono di varia forma e misura, possono essere in metallo o in fibra di  vetro oppure di carbonio.
Il perno in fibra viene cementato all’interno della radice del dente devitalizzato senza provocare quindi alcun dolore al paziente. Una volta che il perno è stato infisso fino alla radice farà forza sulla parete interna del dente, che a sua volta rimane attaccata alla gengiva tramite un piccolo legamento.

In questo modo si fornisce una resistenza ulteriore al moncone di dente rimasto in bocca, che sarà così resistente abbastanza da sorreggere la capsula in ceramica che lo sovrasterà oppure della ricostruzione in composito. Il perno in pratica non serve a sorreggere la capsula come fosse il gambo di un fungo, ma a conferire al dente la resistenza necessaria a sorreggere la capsula

Intarsio indiretto

L’ intarsio è un’ “otturazione indiretta“, fatta dal laboratorio, che si utilizza quando non è possibile eseguire un’otturazione standard poichè la materia dentale sana è troppo poca, ma ricorrere a una capsula sarebbe troppo drastico, destruente ed invasivo. Si utilizza principalmente per i denti posteriori (molari e premolari), dove è più comune che la cavità da trattare sia di grandi dimensioni.

Questa procedura si sviluppa in sole due sedute. Nella prima, dopo la rimozione della carie, della vecchia otturazione difettosa, o dell’antiestetica amalgama, la cavità del dente (vitale o devitalizzato) viene preparata. Nella stessa seduta, viene anche presa l’impronta di precisione in silicone, da inviare al laboratorio. Nel frattempo la cavità viene temporaneamente chiusa con una pasta provvisoria.

Nella seconda seduta, a distanza di una settimana/dieci giorni, si procede all’applicazione dell’intarsio, subito dopo averlo stabilizzato con del cemento composito che serve ad eliminare ogni spazio intermedio. In questo modo si riduce il rischio di infiltrazione batterica e si favorisce un aspetto omogeneo ed esteticamente molto naturale.

L’intarsio dentale protegge il dente rendendolo più resistente distribuendo uniformemente il carico masticatorio, inoltre gli permette di recuperare la sua estetica, garantendo maggiore longevità ai denti trattati.

I vantaggi dell’intarsio non finiscono qui: è realizzato senza metalli (a differenza delle vecchie otturazioni in amalgama e delle corone con struttura metallica) e con i materiali più biocompatibili in circolazione. Inoltre, se realizzato in composito (il materiale utilizzato per le otturazioni), qualora si volesse successivamente “mettere ancora mano” al dente trattato, questo sarebbe molto più agevole rispetto a una corona definitiva in ceramica, in quanto questo dispositivo è sondabile esattamente come una normale otturazione o il dente originale.

Intarsio diretto

Con l’intarsio diretto il dente può essere ricostruito direttamente alla poltrona in un’unica seduta, senza ricorrere all’intervento del laboratorio. L’intarsio diretto infatti, si esegue in resina composita con appositi compositi del commercio, preparando il dente e conservando la massima parte del tessuto sano residuo.

Otturazione dentale

L’otturazione dentale è una delle terapie odontoiatriche più diffuse. Se hai sofferto di carie, il tuo dentista l’ha curata ed ha effettuato un’otturazione. Ha eliminato cioè il tessuto carioso dal dente e ha otturato, per l’appunto, la cavità creatasi con del materiale molto resistente.

È dovere del dentista stabilire se un dente richiede un’otturazione od un trattamento più invasivo. Una carie di piccole dimensioni viene facilmente trattata mediante semplice otturazione, la cui durata (dell’intervento) varia dai 20 ai 60 minuti.

Se necessario, prima dell’otturazione, il medico esegue una radiografia del dente per accertare l’entità della lesione. L’intervento viene praticato normalmente in anestesia locale e non è particolarmente doloroso. I processi cariogeni più gravi richiedono invece più tempo per essere accuratamente otturati. Diversamente, le carie che si sono spinte più in profondità e che hanno invaso la polpa dentale necessitano di procedure più invasive (es. devitalizzazione od estrazione del dente) per rimediare al danno subìto.

Desideri prenotare un appuntamento o ricevere informazioni?