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Pedodonzia

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Pedodonzia: che cos’è

La pedodonzia o odontoiatria pediatrica è una disciplina che previene e cura le patologie della bocca e dei denti del paziente in età evolutiva, dai 2 ai 16 anni. Essa si fonda sulle conoscenze di base fornite dalle scienze odontoiatriche, mediche e comportamentali, applicate alla situazione specifica di sviluppo – normale o patologica – del bambino, dalla nascita alla pubertà.

Dall’odontoiatria infantile dipendono quindi la diagnosi ed il trattamento di malattie, sindromi ed affezioni che interessano primariamente il sistema anatomico dentale. Non è da escludere, comunque, la sua partecipazione alla gestione clinica delle alterazioni cranio-mandibolari.

Pedodonzia Dentista Pediatrico

Nel 1743 Robert Bunon pubblica un libro dal titolo Essay sur les Maladies des Dentes, ove oltre ad indicare le malattie proprie degli elementi dentari, tratta lo sviluppo della dentizione primaria e quindi la crescita degli elementi dentari durante l’infanzia. In termini eziologici, Bunon specifica il rapporto che correla la mineralizzazione del dente con le abitudini alimentari e la salute della madre durante l’età gestazionale. Egli studia, inoltre, le complicanze oro-dentali derivanti da malattie infettive tipiche dell’età evolutiva. Le infezioni oro facciali possono infatti danneggiare la struttura dei denti decidui e degli omologhi permanenti ad essi sottostanti.

Per i bambini sono importanti controlli regolari dal dentista per assicurarsi che i denti crescano nel modo corretto ma molto importante è anche una istruzione corretta alla mamma durante l’epoca gestazionale. Il pedodonzista è un professionista laureato in odontoiatria con una preparazione specifica ed una predisposizione a poter curare nel modo migliore i pazienti più piccoli e non collaboranti.

L’approccio in questi casi è molto diverso in un primo momento si deve conquistare la loro fiducia, entrando in sintonia con il bimbo, cercando di farlo sentire a suo agio anche sulla poltrona odontoiatrica ed instaurando un rapporto di fiducia. Molte volte con i bambini si effettua una prima seduta chiamata di “avvicinamento”, ossia un appuntamento dove il pedodonzista non effettua terapia sul bambino ma semplicemente ci si incontra e si parla, così da creare un rapporto di fiducia e di confidenza.

Le cure nei piccoli pazienti rispetto alle terapie dell’adulto sono per certi aspetti differenti, innanzi tutto il cavo orale del bambino è molto più piccolo rispetto a quello del paziente adulto perciò sono necessarie accortezze tecniche per via dello spazio ridotto, una grande manualità, rapidità e sicurezza nei movimenti.

Nel nostro studio i piccoli pazienti vengono curati con l’utilizzo del protossido d’azoto ampiamente utilizzato anche in ambito pediatrico. E’ normale che i bambini siano intimoriti dal dentista e utilizzare questa forma di anestesia aiuta da una parte i più piccoli a vivere serenamente la visita dentistica con le relative cure.

Anche i materiali che si utilizzano per certe terapie sono differenti in quanto il paziente pediatrico è in evoluzione perciò talvolta sono necessari materiali riassorbibili o con capacità di adattamento maggiori rispetto ai materiali utilizzati con il paziente adulto. All’interno della pedodonzia rientra l’ortodonzia pediatrica, che è il ramo dell’ortodonzia che si occupa delle anomalie della posizione dei denti nei bambini. L’educazione all’igiene orale nei bambini contempla una visita periodica dal dentista, la prima consigliata in genere tra i 4 e i 6 anni, per controllare se va tutto bene, ma soprattutto per far prendere familiarità al bambino con la cura dei denti.

Sigillatura

La sigillatura è una terapia molto importante per prevenire la carie. Consiste nell’applicazione di un sigillante nei solchi dei molari permanenti neo erotti nel cavo orale del bambino ( i primi molari permanenti erompono circa all’età di 6 anni). Il sigillante impedisce ai batteri di annidarsi nei solchi dei molari evitando la possibile formazione di un processo carioso sulla zona ricoperta.

L’80 % delle carie si formano a livello dei solchi. In effetti queste fenditure  rappresentano il luogo ideale per l’accumularsi della placca dentale, soprattutto se le pieghe sono profonde e marcate. I batteri vi ristagnano e proliferano, attaccano lo smalto dei denti demineralizzandolo e danno origine ad una carie.

D’altronde sono delle zone difficili da raggiungere con lo spazzolino: le setole infatti non riescono a penetrare fino in fondo agli interstizi dove si depositano i detriti alimentari e la placca dentale quindi i batteri. Applicando una resina protettiva all’interno dei solchi è possibile  proteggere i denti dagli attacchi dei batteri.   Questa procedura è molto semplice, completamente indolore e piuttosto rapida. La resina è atossica e non presenta controindicazioni o allergie.

Pulizia dentale pediatrica

La pulizia dentale pediatrica è una terapia che rimuove la placca ed il tartaro dalle superfici dentali. Placca e tartaro non si formano solo nella bocca degli adulti ma anche in quella dei bambini, anche se in genere in quantità ridotta. È importante rimuovere tartaro e placca anche nella bocca del bambino, per evitare l’instaurarsi di gengiviti o carie dello smalto e della dentina.

Conservativa pediatrica

I bambini, per via di un’alimentazione che predilige lo zucchero e di uno smalto meno mineralizzato, sono soggetti che spesso sono ad altro rischio di carie. Per questo è opportuno cogliere sul nascere la formazione di una patologia curiosa e curarla il prima possibile, sia su denti decidui che su denti permanenti, così da limitarne i danni.

Terapia endodontica pediatrica

La terapia endodontica degli elementi dentari decidui è il secondo principale obiettivo della pedodonzia, dopo la terapia conservativa. La carie dentaria è un processo patologico che interessa esclusivamente i tessuti duri del dente. La polpa dentaria partecipa sì alla lesione patologica globale ma non perché interessata dal processo carioso, ma perché raggiunta o direttamente da microrganismi o indirettamente da tossine ed enzimi batterici; questi ultimi stimolano ed instaurano un processo pulpare infiammatorio e giungono così a contatto con la polpa veicolati dalla breccia cariosa penetrante.

In tali casi, parleremo quindi di carie penetrante o più propriamente di carie complicata da pulpite. La pulpite è una complicanza abituale piuttosto frequente della carie dentaria soprattutto nel dente deciduo caratterizzato da ampio volume pulpare e scarsa componente dentinale. La breccia cariosa inoltre espone direttamente un moncone pulpare alla cavità orale, questo viene quindi contaminato dai microrganismi residenti.

Sono sintomi di compromissione pulpare:

  • dolore spontaneo in particolare la notte;
  • dolore alla masticazione;
  • necessità di analgesici;
  • carie interprossimali estese con perdita di una o entrambe le creste marginali;
  • presenza di tumefazioni o tragitti fistolosi;
  • storia di pregresse tumefazioni.

Estrarre o mantenere il dente deciduo

I casi in cui è più indicata l’estrazione dell’elemento deciduo compromesso sono i seguenti:

  • 1) dente prossimo alla permuta per rizolisi fisiologica avanzata e nei tempi;
  • 2) dente prossimo alla permuta per rizolisi avanzata precoce fisiologica o patologica;
  • 3) dente con compromissione dei tessuti duri tale da rendere impossibile un restauro conservativo o protesico;
  • 4) in pazienti già in trattamento ortodontico in cui la perdita precoce dell’elemento deciduo e le conseguenze sullo spazio e l’eruzione dei permanenti possono essere facilmente gestite;
  • 5) in pazienti con “Special Needs” in cui la permanenza di foci infiammatori o infettivi rappresenta un potenziale rischio alla salute generale;
  • 6) in pazienti con disabilità fisiche o psichiche tali da non consentire sedute multiple e di una certa complessità operativa;
  • 7) in pazienti vulnerabili da un punto di vista socio-economico che non possano permettersi terapie complesse per motivi economici e/o per frequenza alle sedute di trattamento e del necessario follow-up.

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